11 aprile 2008

Troppa crisi per una vacanza

Tempi duri, non c'è che dire.
Non è facile oggi avere i soldi per una vacanza, lo sappiamo bene tutti.
Ma per rilassarsi, per prendere aria e straviarsi, non è detto che si debba necessariamente andare a stiparsi su qualche affollata spiaggia agostana.
Guardando questo superbo video (tra le altre cose, vorrei dire che lei l'ho già vista e prometto di cercare altro materiale) e la splendida azione di questa coppia davvero in gamba, mi è venuto in mente che quest'anno potrei prendere ferie dal lavoro, la mia gloriosa Panasonic digitale (fasti di quando si poteva) e trascinare mia moglie sulla littorina per Gravellona Toce e performare anche io. :-)

Penso siano davvero due amatori...sai che delusione se questa cosa fosse commercialmente orientata? Ma no dai, sono due come noantri... sono amatur :-)






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E' primavera....

E' primavera, svegliatevi bambine... diceva una canzone del paleozoico.
Però ha sempre il suo fascino, sotto il fresco sole primaverile, denudarsi e farsi fare un lavoretto disimpegnato e primaverile anc'esso come il seguente:






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Inside Deep Throat - Che gli avi ci aiutino....

Il porno, sotto forma di film, libri, scienza, è entrato nel circuito alto della cultura. E perfino tra le femministe, c'è chi rivaluta il mondo delle immagini esplicite di atti sessuali.

Il segnale è venuto proprio dal Sundance Festival animato da un uomo di cultura sofisticato, Robert Redford.
È lì, appunto, che è stato presentato Inside Deep Throat. Racconta l'ascesa di un film girato in sei giorni, costato 25 mila dollari (e che guadagnò 600 milioni, il più grande successo commerciale della storia), diretto da un regista che oggi non lo definisce nemmeno un buon film, e nato da un'idea dovuta al particolare talento erotico di una giovane aspirante attrice, Linda Lovelace.

Ma perché torna il mito di Gola profonda? Forse perché la situazione ricorda un po' quella del '72, l'anno dell'uscita del film. Come oggi, allora l'America era in guerra in un paese lontano. Come oggi, allora era governata da un'amministrazione ottusa e di destra. In ogni caso Gola Profonda cambiò il lessico comune (la fonte dei giornalisti che indagarono sul Watergate e portarono alla caduta di Nixon veniva chiamata, successivamente, Gola profonda) e trasformò l'acquisto di un biglietto cinematografico in un atto rivoluzionario.Inside Deep Throat analizza le origini e le conseguenze del film precursore dell'industria pornografica moderna e pietra miliare per le leggi sull'oscenità.

Il documentario è prodotto (per soli 2 milioni di dollari) da Brian Grazer, partner di Ron Howard con la sua Imagine Entertainment, responsabile di film come Apollo 13 e A Beautiful Mind.



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10 aprile 2008

Supermarket Paradise

Scrivo questo post anche per esorcizzare questo inverno che non vuole lasciare spazio alla primavera.
Ed anche perchè la primavera è la delizia di chi vuol passare dei pomeriggi "appetizzanti" trascorsi a sbirciare, guardare, scrutare e memorizzare le carni più o meno generosamente scoperte che il mondo femminile dona (e per le quali manifestiamo una profonda e devota gratitudine).
Soprassedendo sull'etichetta di "porco", "guardone" e "maniaco" (siamo tra amici e odio fare sfoggio dei titoli...) devo dire che la primavera e l'estate rappresentano una deliziosa occasione di osservare (a volte con malcelata eccitazione) magnifici spettacoli come questo:



Quale magnifica e sublime visione, quella pelle nuda, quelle caviglie tornite, quel fortunato perizoma mollemente adagiato sulla bernardina calda. E pensare che cotanta magnificenza sino a poco tempo prima era patrocinio esclusivo del maschio-possessore, di un box della doccia e forse di uno spogliatoio ginnico.
Ma la primavera madre ci offre la possibilità di visionare, serenamente indaffarati tra pacchi di pasta e pannolini, ciò che l'inverno ingrato ha coperto di inutili orpelli di scarso appeal sessuale.

Belle le donne, bello il loro sentir caldo, bella la loro strenua caccia al fresco attraverso vesti che ci rendono felici e risvegliati.
Un tempo vi era la moda della canottiera abbondantemente scollata sotto le braccia, ve la ricordate?
Molte la indossavano con un assurdo reggiseno sotto (eh sì, assurdo, perchè non ha senso mostrare da una parte, per coprire dall'altra o, in altre parole, mostrare le coperture) ma molte, illuminate e progressiste, la indossavano senza nulla sotto.
Incollo una foto per rinvendire le memorie ossidate:




Oggi, purtroppo, questa soave tendenza è andata sciamando, lasciandoci in cambio una miriade di anonimi reggiseni "col trucco" che, francamente, fanno rimpiangere il ballonzolio marcatamente anni '70 che era il suggello di una seduzione basata sull'essere (e quando era, quell'essere, lo era di brutto) che sull'apparire (che anche quando appare bene, talvolta, finisce male).

Mio adorato Supermarket Paradise, sei la passerella low cost di bellezze high value, cioè le bellezze vere della vita vera, quelle che ci affascinano di imperfezione, che mostrano sublimi ciò che è e non ciò che "dovrebbe essere se...", meraviglie della sensualità fatta in casa, paladine del "e-anche-se-si-vede-chi-se-ne-frega".

Mio adorato Supermarket, speriamo faccia caldo alla svelta...mi manchi.




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09 aprile 2008

No big deal

Premetto: ho "rubacchiato" il codice dall'HTML di FileHost, per cui andrà e non andrà, oppure andrà per qualche giorno e poi picche.
Mi ha incuriosito moltissimo il video qui sotto.
Due ragazzi prendono il sole nudi in una radura.
Lei è stesa con le palle visibilmente rotte, lui armeggia con una cam, la posiziona e poi la raggiunge.
Intento: filmino del pompino, come nella più classica delle tradizioni.
Lui si dimostra assai "entusiasta" della situazione, lei lo asseconda un pochetto (ma solo un pochetto, sia mai...) poi lui si fa prendere dall'entusiasmo (ma che stronzo) e comincia una performance porno driven forse un pò esuberante.
Lei respinge, si siede e parla probabilmente del caldo, della superficie troppo dura, della fame e della sete...
Lui resta lì, con sorriso inebetito, mazza dura e un "no big deal" che campeggia maestoso nell'aere perso...
Tristezza e malinconia.
Ah...fate click sul rettangolo per farlo partire, thanks.











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Sdoganiamo i piedi

Ci avrete senz'altro fatto caso, se non altro chi di voi (un pò come me, non lo nego) è prigioniero dello strainflazionato feticismo dei piedi femminili: ciò che un tempo era un piacere riservato a una stretta cerchia di "pervertiti" (ma perchè poi?) e non veniva nemmeno citato, oggi è fatto di dominio pubblico, accettato, assecondato e sfruttato.

Non ricordo in quale puntata delle Iene uno dei due comici mise in guardia la Blasi dicendole "non farti inquadrare i piedi che poi a casa ci sono quelli che si..." e gustoso è stato sentire la Ventura (marpiona priva persino di verginità auricolare) che citava YouTube mentre il cameramen le inquadrava i sandali (peraltro di dubbio gusto estetico).

Vi dirò che la cosa mi infastidisce un tantino.
Un tempo ci si coccolava con passioni "segrete", oppure "incofessabili", godendo solitariamente di attimi rubati, di viste che ai più non dicevano nulla, ma a noi moltissimo.
Oggi ci hanno rubato pure quelle, dandoci in cambio video YouTube e riprese concordate in regia, feticci standardizzati e palinsensti consapevoli.
Uccidendo la spontaneità e la casualità che ci rendevano felici (agitati) per il coronamento delle nostre privatissime passioni.
Mah.
Sic transit feticismus mundi...



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08 aprile 2008

Del porno e dell'amatoriale

Ve le ricordate Seka, Ginger Lynn e Tia Carrere?
Rispondetemi di no ed avrò la conferma che sono vecchio o che siete dei mentitori.
Rappresentavano (con l’alloro della Hall of Fames) il primo serio, robusto e fertile porno commerciale che sbarcava dal libertario (e forse pre edonistico) continente a stelle e strisce.
Vestivano (e svestivano) come nessuna donna al mondo si era mai vista vestire (e svestire).
Scopavano con strani fiocchi annodati al collo, all’interno di stanze colorate da un pazzo (ve le ricordate le pareti rosa confetto e gialle e azzurre?).
Non parliamo delle situation: cose al limite del surreale.
Ma rappresentavano la trasposizione tangibile delle polluzioni notturne di una fascia di età compresa tra i 14 e i 44 anni.
Erano verbo che si faceva carne, erano il Porno con la p maiuscola, erano oltre il sesso consumato dai comuni mortali, erano un’icona di impossibile raffronto con la nostra fidanzata.

Avevano diviso le nostre erezioni secondo due sentieri: il primo, reale e sostanzioso, fatto di FIAT 127 parcheggiate nell’ombra di stradine fuori mano e di mutandine dell’Oviesse che scendevano a scoprire irsuti velli pubici e profumi di talco e pelle calda; il secondo, fatto di archetipi di casalinghe infoiate, sempre con le autoreggenti e i sandali, sempre coi fiocchi, sempre pronte a scopare in nome di una voglia così vorace, ma così vorace che era impossibile da ritrovarsi nel mondo reale.
Forse sono state la prima versione della virtualità, pur passando per le pagine lucide di Men e LeOre anziché lungo un doppino telefonico.
Sta di fatto che il porno commerciale era patrocinio loro, indiscusse ed inarrivabili dee.

Alcune operazioni commerciali d’oltre manica (ed in seguito d’oltre oceano), l’arrivo di formati casalinghi quali il mitico beta max (ah che scempio l’abbandono del beta!) ed il più popular VHS, diffusero il porno commerciale in maniera così vasta che l’esercito delle “dee” ha dovuto scendere un po’ dall’Olimpo, accogliendo maestranze assai meno blasonate.
I primi cinema porno cominciarono a chiudere, i generi si specializzarono, le situazioni si perfezionarono.
Erano gli anni ’80, quelli delle attrici pelose come scimmie e con ai piedi sempre, perennemente, immancabilmente le scarpe col tacco a spillo, chiuse ermeticamente.
Scoprimmo le prime dita dei piedi ai primi degli anni ’90. D’altra parte, in una donna nuda che scopa, il polo di attrazione diviene solo quella parte coperta…
Da lì in poi normali evoluzioni, ovvie strategie di vendita e copertura di nuove fasce di mercato.

Poi fu Internet.
A questo riguardo occorre fare alcune semplici considerazioni.
Internet rappresentò senza dubbio la via migliore per diffondere porno abbattendo i costi.
Servizi fotografici destinati ai magazine venivano riciclati in media risoluzione e venduti al prezzo di dieci riviste a fronte di un costo pari a venti volte meno per ciascuna potenziale rivista, specie se l’hosting era negli USA.

Questo canale open e low cost stimolò presto la nascita di un fenomeno interessante: così come io guardo, qualcuna vuole mostrarsi.
Ecco la magia delle parole exhibitionism and voyeurism, inapplicabili a media a senso unico come magazine e film.
L’amatoriale (spesso finto) cominciava a farsi strada, offuscando la bolla onirica delle inarrivabili, inesistenti, irrealizzabili porn stars mitologiche.

Cominciò a farsi strada il concetto che anche la signora Maria, opportunamente motivata, poteva divenire un interessantissimo spunto per attività di falegnameria. Forse anche meglio delle sintetiche attrici dello show business.
Lungo queste embrionali pulsioni si svilupparono interessanti fenomeni: reali donne animate dal primordiale desiderio di dimostrare (anonimamente) quanto fossero disinibite (la mitica Betty Italy che superava faticosamente l’inverno per poi togliersi mutande e tutto il resto in Corsica; chi la ricorda?), oppure mistificatori maschi che divenivano femmine (pure interessanti talvolta) e poi ancora mariti che mostravano le ignari compagne già trascinate s fatica nella produzione di materiale hot, sino a aggregazioni collettive di gay, lesbiche, pervertiti e chi più ne ha più ne metta, che facevano del sesso (badate che l’etichetta porno andava già sciamando) un vessillo di orgoglio e di appartenenza.

Insomma, il concetto di vivere comune con tutte le passioni del caso veniva incasellato sotto l’etichetta amatoriale (pessima traduzione dell’amateur inglese) e proliferava.
Al punto di condurre una traslazione profonda nel porn business, che virava verso protagoniste sempre più comuni e sempre più “insospettabili”, assecondando l’onda anomala di “anche mia moglie può”.

Il genere amateur impazza: basta che guardiate qualsiasi sito e noterete che non manca mai.
Non mancano i veri siti amatoriali, icona assoluta di come il denaro sia passato da chi produce servizio (la porn major) a chi produce i mezzi per sviluppare quel servizio (macchine digitali, cineprese digitali).

Il porno costa niente, le modelle nemmeno.
I sogni vanno a farsi benedire: anche la signora Maria scopa con la finestra aperta e io la posso filmare. Domani sarà su youtube (porntube, redtube e qualsiasi tube vi venga in mente).
La realtà ha fottuto la fantasia, siamo attorniati da porn stars, sappiamo che la ragazza che al supermercato cerca i fagioli borlotti sullo scaffale, al 90% avrà qualche foto hard di sè stessa sull’hard disk, ed al 100% sarà consumatrice di altrui porno (amatoriale, commerciale, di nicchia).

Tutto cambia, tutto è più semplice, l’Olimpo è stato smantellato ed al suo posto è stato costruito un supermarket dove giovani comuni signore (talvolta prive di biancheria intima in maniera consapevole e studiata) rappresentano contemporaneamente l’icona dei feticisti del piede, dei guardoni, dei maniaci dell’upskirt, dei patiti del VPL (visible panty lines, nel caso in cui abbiano qualcosa sotto), degli innamorati del perky nipples, dei cacciatori di catenine alla caviglia e chi più ne ha più ne metta anche qui.

La fornitura gratuita di materiale porn oriented (ma non sarò matusa e off target a continuare a usare il tag porno?) è tanto più abbondante quanto diminuisce l’età: giungiamo persino a scuola, dove la fighetta sedicenne di turno scoperchia capezzoli e culetto all’obiettivo della telecamerina dell’amica, in un turbine di risatine pronte a morire (forse, ma dico solo forse perché non ne sono convinto) nel momento in cui quel filmatino del sabato all’ultima ora plana su one-tube-of-your-choice.
Tempi duri per le major.

01 aprile 2008

Simpaticissimo bastardissimo

Forse è arcinoto questo video, forse no.
E' un piccolo capolavoro della cinematografia sociale, della rivalsa interraziale, della figliaggine di puttanaggine mondiale.
Breve antefatto: la borghese lombarda, stronzissima e cerebrolesa, si fa trombare da un ragazzo egiziano (presumibilmente) che lavora nel villaggio turistico in cui lei abbronza le burrose e piatte chiappe.
Il grandissimo bastardo ha nascosto una videocamera nel suo alloggio e si porta dietro pure il telecomando, al fine di serbare su magnetico ogni attimo di quella grande storia d'amore...
Lui è un autentico deficente (osservate cosa fa) ma estremamente simpatico. So di essere un bastardo anche io nel dire che quella melensa lombarda se lo meritava....
No, non è vero, nessuna se lo merita. Ma già che è in rete, a voi. :-))



Potenza della fregola :-)

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Megarotic

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